Ancona 16 novembre. E’ uno degli eventi culturali dell’anno. Ma anche una “chiamata alle armi” – come scrivono i realizzatori del progetto, perchè “non possiamo più continuare ad inquinare i terreni, i mari incontaminati, gli animali e gli antichi popoli primitivi ” che abitano molti luoghi. Stiamo parlando di Genesi, il grande reportage del fotografo brasiliano Sebastiao Salgado, in corso alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Dalla Foresta amazzonica all’Africa, dalla Nuova Guinea all’Antartico, passando per il Giappone, l’Alaska e altri paesi, l’esposizione lascia senza fiato non solo per la qualità dei paesaggi, delle migrazioni, dei ritratti, dei riti ancestrali delle tribù che vivono nelle zone più remote del mondo, ma anche per il messaggio ambientalista e umanitario, universale che esso vuole comunicare. La bellezza , la diversità di specie viventi e l’immensità del patrimonio naturale e culturale che il nostro pianeta racchiude, sono le uniche vere ricchezze che l’essere umano possiede, e che non può continuare a distruggere, pena la sua stessa sopravvivenza. E’ anche per questo che l’umanista Sebastiao Salgado , che è uno dei più grandi fotografi del nostro tempo – nato nel 1944 – e Lelia Wanick hanno dato il loro contributo alla causa riforestando con l’Instituto Terra una proprietà nel sud-est del Brasile,e piantando in 15 anni 2 milioni di alberi di 300 specie diverse. Andando così in controtendenza rispetto a quanto si sta facendo purtroppo in tutto il mondo, a cominciare proprio dalla Foresta Amazzonica- il polmone verde del pianeta – per scopi solo economici. E cercando di far girare al contrario le lancette del tempo, per far “respirare meglio” la Terra ma anche e soprattutto gli uomini e gli animali che la vivono, almeno per qualche tempo ancora. La mostra alla Mole Vanvitelliana ad Ancona resterà aperta fino al 6 gennaio 2019.