Ancona.- Donne. Vita. Libertà. Lo slogan delle donne curde rivoluzionarie che risuona ogni giorno nelle manifestazioni di protesta in Iran ha riecheggiato anche nella nostra Regione. Nonostante la censura iraniana, non si è arrestata l’onda di solidarietà da tutto il mondo, a seguito del femminicidio di Mahsa Ahmini.
“E’ importante continuare a tenere i riflettori accesi sulla condizione femminile in tutto il mondo. Il sentore che abbiamo è che ci sia un arretramento che colpisce le donne ovunque e la storia delle donne afghane e iraniane. Quello che accade altrove non ci deve lasciare indifferenti, ma ci deve insegnare che dobbiamo vigilare sempre su diritti e libertà”. Affermano Loredana Longhin, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli, Segretarie regionali di CGIL, CISL, UIL.
Che aggiungono : “Il controllo sul corpo delle donne cammina di pari passo con la violazione di altri diritti e libertà, compresi quelli del lavoro e sindacali. Lontana dall’essere una celebrazione rituale, questa giornata deve farci riflettere sulla condizione femminile in ogni parte del mondo, anche in Italia e nelle Marche.”
Il quadro nelle Marche
I dati diffusi dalla Regione evidenziano che le richieste ai Centri Antiviolenza delle Marche sono aumentate: 663 donne si sono rivolte ai CAV, 180 in più rispetto al 2020 a testimoniare l’emergenza del fenomeno, come purtroppo hanno evidenziato anche i recenti femminicidi avvenuti ad Osimo e a Fano. Certo va riconosciuto che, rispetto al passato, la capillarità dei CAV e la diffusione delle campagne antiviolenza hanno favorito l’emersione di un fenomeno in passato spesso nascosto. Delle donne che si sono rivolte ai CAV marchigiani 489 sono italiane, 174 straniere e la fascia d’età più esposta è quella che va dai 30 ai 50 anni, donne adulte in maggioranza coniugate o unite civilmente e proprio entro le mura domestiche si sviluppa la maggioranza delle violenze.
“Il consolidamento della RETE ANTIVIOLENZA territoriale, di cui anche CGIL CISL UIL sono parte attiva, è più che mai una priorità per accogliere e tutelare le donne e per prevenire la violenza”.
credit : Amnesty International