Ancona.- “Ad oltre un mese dall’avvio della mobilitazione e dello stato di agitazione da parte delle Segreterie Nazionali di Fisascat Cisl e Filcams Cgil, la stangata della riduzione dei servizi e degli stipendi è arrivata anche nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno.” Lo rendono noto i due settori di categoria.
“Denunciamo dei tagli ai contratti di lavoro- e quindi degli stipendi- fino al 50 % con una drastica riduzione dei servizi che impattano negativamente sui cittadini e i dipendenti diretti di Poste Italiane con una sanificazione sempre più carente degli uffici postali.
Le condizioni di lavoro proposte con il nuovo appalto e le nuove condizioni stabilite da Poste Italiane, che da anni continua a ridurre unilateralmente i contratti di appalto, senza porsi alcun problema sulle ricadute occupazionali, salariali e sociali che le proprie decisioni comportano per le lavoratrici e i lavoratori, portano molte lavoratrici a non potersi più permettere di lavorare.”
Secondo Cisl e Cigl, questa situazione ricade per lo più su donne, già precarie con contratti part time e che impatta in modo negativo soprattutto nelle aree intere. “Visto l’ostinato silenzio di Poste – concludono i sindacati – lo stato di agitazione sindacale verrà proclamato nelle province interessate senza escludere la possibilità di avviare una mobilitazione che porti ad uno sciopero se Poste Italiane continuerà a non dare risposte.”