Ancona.-Serve un’inversione di rotta nelle politiche della giustizia e della sanità». Dopo la denuncia del suicidio di Matteo Concetti, lo scorso 5 gennaio nel carcere di Montacuto, e dei casi di tubercolosi, sempre nell’istituto penitenziario anconetano, Sinistra Italiana Marche torna a ribadire la necessità di un radicale cambiamento nella gestione penitenziaria.
«Vediamo con soddisfazione – spiegano i referenti del partito – le reazioni del mondo politico e della società civile di fronte alle quattordici morti registrate in Italia, di cui quattro suicidi, da inizio anno. Richieste come una connessione fra difesa della sanità pubblica, sotto continuo attacco, e il suo legame con le condizioni di detenzione, sono basilari e non vanno limitate a risposte emotive. Le prese di posizione dei garanti e dei responsabili dei dipartimenti di dipendenza patologica e l’interessamento del mondo della scuola, inoltre, vanno coordinate come finora non è mai avvenuto».
Nelle Marche, sono due gli istituti penitenziari in netto sovraffollamento: quello di Ancona e quello di Pesaro. Venti i posti a disposizione dei detenuti con malattie psichiatriche, tutti nella Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Macerata Feltria. Senza contare che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria regionale è accorpato a quello dell’Emilia
Romagna, con eventi disservizi.
«Sinistra Italiana, firmataria a livello nazionale del Ddl sulle case di reinserimento, – fanno sapere dal partito – presenterà proposte in tutta la regione e appoggerà tutte le iniziative prese sul territorio per il pieno rispetto degli articoli 27 e 32 della Costituzione, contro la svendita della sanità pubblica e contro l’emarginazione delle classi meno abbienti, spesso nascosta dietro provvedimenti securitari
e di ordine pubblico».