Prorogare la Zona Franca Urbana per le imprese nelle aree del cratere sismico, per almeno 6 anni. E’ quanto ha chiesto al Commissario per la Ricostruzione Piero Farabollini, una delegazione di Cgia Marche che si è recata Roma per un confronto diretto sulle numerose questioni aperte in merito alla ripresa post-terremoto. Secondo gli artigiani, la proroga di un anno della ZFU ha efficacia limitata e solo una misura strutturale di lungo periodo può essere “realmente attrattiva per le aziende e aiutare il rilancio delle zone colpite dal sisma.” A Farabollini sono state sollecitate poi risposte in merito all’attivazione del credito d’imposta previsto dalla Legge 96/2017, così come la sottoscrizione della convenzione tra Commissario ed Invitalia per l’avvio dei finanziamenti a tasso “zero” come previsto dall’Ordinanza 42/2017. “E’ necessario far riaprire anche i termini per l’Una Tantum – hanno spiegato i delegati di Cgia Marche – una misura con fondi disponibili, e utile per dare la possibilità alle imprese che hanno dovuto sospendere l’attività dopo la scadenza prevista, di farne richiesta.”
Al Commissario i rappresentanti degli artigiani hanno poi evidenziato ” il vuoto normativo esistente per le imprese non delocalizzate che si trovano in laboratori e negozi in affitto sui quali hanno fatto investimenti per arredi ed attrezzature, ma che non hanno diritto né ai benefici per la delocalizzazione, né al danno indiretto per non aver riavviato l’attività”, oltre al problema delle ” lungaggini della Struttura di Missione per le iscrizioni e i rinnovi dell’Anagrafe Antimafia degli Esecutori, che in alcuni casi arrivano anche a 9/10 mesi “, e infine hanno ricordato la questione del possesso dell’attestazione SOA per la cosiddetta ricostruzione “pesante” per importi superiori a 150 mila euro. Per questo tema i delegati Cgia hanno chiesto di modificare l’Ordinanza n. 19 portando l’obbligo della SOA almeno a 258 mila euro per tutti.
Nella foto: Visso