Camerino 7 febbraio.- ” Mi hai sempre ostacolato e ignorato , e con l’ultima lettera mi hai anche diffidato dal costituire un comitato dei sindaci del cratere, così come da me proposto per accellerare la soluzione di problemi nelle aree terremotate, problemi che tu non conosci, visto sei fuori dal cratere. Per questo non posso che dimettermi dall’incarico.” Così il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui (Forza Italia) che ha deciso di lasciare il ruolo di coordinatore dei sindaci del cratere sismico per l’ANCI, in forte polemica con il presidente regionale dell’Associazione dei Comuni, Maurizio Mangialardi (PD) , sindaco di Senigallia. In una missiva inviata a Mangialardi e al presidente nazionale dell’ANCI, Antonio De Caro, sindaco di Bari, Pasqui ripercorre tutta la vicenda del suo incarico formale – avviato il 13 aprile 2017 – fino agli ultimi giorni, denunciando un “carosello ostruzionistico” nei suoi confronti che gli ha impedito di “rendersi operativo per il bene dei territori colpiti e dei terremotati”. Fino alla scelta di scegliere come referente per il sisma il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, “persona che stimo – sottolinea il sindaco di Camerino, ma anche primo cittadino di una città che con il terremoto c’entra poco o niente.”
“Al Presidente e Sindaco di Senigallia Mangialardi – scrive ancora Pasqui nella sua lettera – che è lontano dalle vere problematiche dei territori duramente colpiti, voglio ricordare che il terremoto e i terremotati non hanno né appartenenza politica né interessi di “poltrona” ma esclusivamente l’obbligo per chi amministra queste terre di essere presente, efficace ed efficiente. Ecco perché non posso accettare il “carosello” suddetto ed ecco perché la scelta di un Comitato specifico, che non ha alcun interesse e alcuna ambizione a scavalcare Anci o a sovrapporsi, ma che intende lavorare solo ed esclusivamente su un tema: la rigenerazione e ricostruzione dei territori e delle comunità colpite dal sisma. Pertanto, ad una missiva dal chiaro sapore di diffida, rispondo senza troppi giri di parole con le mie dimissioni ufficiali da un incarico .”