Montedinove (Ap) 7 ottobre.- Il sindaco di Montedinove non ci sta : “Non è possibile dimenticare una figura conosciuta a livello nazionale e internazionale , come quella di Cino Del Duca e pensare di intitolare lo stadio della città di Ascoli al presidentissimo Costantino Rozzi.”
L’ipotesi che si sta facendo strada nelle ultime settimane ad Ascoli che è quella di cambiare il nome allo stadio in favore del presidente Rozzi, “non ha motivo di esistere-“
“A Rozzi va senz’altro il merito di aver fatto salire l’Ascoli in serie “A”,di aver contribuito alla storia sportiva cittadina, ma stravolgere e rinnegare l’essenza storica di una realtà sportiva che rappresenta il territorio piceno sa di immorale e di irriverente.”
Chi parla è Antonio Del Duca, sindaco di Montedinove, che ricorda :
“Nel paese dell’entroterra nasceva il 25 luglio 1899 Pacifico Del Duca detto Cino, di umili origini ma il cui cognome resterà nella storia dell’editoria Italiana e Francese, della cinematografia internazionale,del calcio locale e nazionale.
Ha vissuto e operato a Milano e in Francia, dove è noto per aver fondato diversi case editrici e pubblicato numerose riviste fino a dar vita al quotidiano Il Giorno con Enrico Mattei presidente dell’Eni.
Muore a Milano 1967 ma viene sepolto a Parigi, nel cimitero monumentale di Père-Lachaise dove riposano i più grandi personaggi del mondo della cultura del cinema dello spettacolo e della politica. Per la sua attività filantropica, svolta anche con la moglie francese Simone, e a testimonianza del rilievo della sua figura, gli sono state intitolate in Italia lo stadio Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno, una via nello stesso capoluogo marchigiano, una a Milano, nei pressi di Piazza San Babila e in Francia una via a Parigi, Biarritz , Neuilly-sur-Seine e Maisons-Alfort.
Ed infine nel paese natio, portano il suo nome il campo sportivo, la Piazza principale ed alcune vie.”
La storia sportiva di Montedinove è strettamente connessa a quella dell’ Ascoli. Non a caso, entrambi hanno uno stadio intitolato a Cino e Lillo Del Duca e gli stessi colori bianconeri.
Inoltre il settore giovanile della squadra del Montedinove annoverava parecchi giocatori ascolani compresi quelli della prima squadra allenati dal Prof.re Giuseppe Ciufo
L’operazione che portò al salvataggio e quindi al rilancio dell’Ascoli Calcio , è ancora oggi ricordata come una favola che cambiò la storia della società sportiva picena.
Società che nei primi anni 50 viaggiava con un passivo di circa 12 milioni di Lire e pochi avevano le possibilità di intervenire per accollarsi i debiti e ripartire con un nuovo progetto sportivo e di impresa.
L’intraprendenza di alcuni ascolani tra cui il sindaco Orlini, del suo vice Saldari e del giornalista Squarcia, fecero un miracolo.
Fu il giornalista Squarcia, che insieme allora presidente dell’Ascoli Augusto Giammiro, fece contattare Mario Benvenga nipote dell’editore Cino Del Duca, per lanciare un SOS ad un uomo che,era divenuto uno degli editori più importanti in Francia . La sua spiccata comprensione della sensibilità popolare, l’attaccamento alla propria terra, alle proprie origini nonostante i traguardi raggiunti gli erano rimasti al cuore.
La richiesta di aiuto andò a buon fine ed ebbe successo tanto che Cino Del Duca firmò subito un primo assegno di un milione di lire ed evitò il fallimento. Poi si costituì la nuova società “ Del Duca Ascoli” colori sociali Bianconeri proposti dall’imprenditore con la fusione della Società “Del Duca di Montedinove” e Cino ne divenne il Presidente Onorario e Benvenga fu nominato commissario con l’incarico di riorganizzare il sodalizio e risollevare economicamente la società. Già nella stagione 1956-1957 l’Ascoli, classificandosi al 1º posto, tornò in IV Serie.
Nel 1958-59 la squadra era risalita in serie C , secondo diverse fonti attentibili, l’editore Novano in un decennio aveva speso la bellezza di 86 milioni di euro per portare a compimento il suo progetto di salvataggio e rinascita del calcio ascolano.
Nel 1962 fu inaugurato il nuovo stadio, che l’amministrazione comunale avrebbe in seguito intitolato ai fratelli Cino e Lillo Del Duca.
Durante la sua presidenza, Cino Del Duca acquistò un intero piano del palazzo costruito dai fratelli Santori in corso Vittorio Emanuele, destinandolo a sede della società e a residenza degli atleti.
Nel 1967 alla sua morte prematura la presidenza onoraria passo nelle mani della moglie Madame Simone.
Quando questa poi lasciò l’incarico con l’Ascoli oramai alle soglie con l’era Rozzi donò alla società dell’Ascoli Calcio 100 milioni di lire.
L’ex Sindaco di Ascoli Guido Castelli così lo commemorò : “
“A cinquant’anni dalla sua morte, il ricordo di Cino del Duca è ancora vivo nei cuori degli ascolani.
Se per i più giovani il suo nome è semplicemente associato, assieme al fratello Lillo, all’intitolazione dell’omonimo stadio, per tutti gli altri Cino rappresenta la sintesi di grandi doti caratteriali e imprenditoriali.
Poco più che adolescente, essendo la sua famiglia in gravi difficoltà economiche, iniziò a lavorare senza perdere di vista gli studi ed i suoi obiettivi.
Non sono bastate due guerre mondiali a interrompere la sua visione che aveva dell’editoria moderna, né le imposizioni del regime del tempo, che lo ritenne un sovversivo, ad intimorirlo e a farlo tacere.
Neanche i confini territoriali sono riusciti a trattenerlo.
Da un piccolo Comune come Montedinove è partito alla conquista del suo mondo, riportando successivamente nel territorio piceno un po’ di quella fortuna che si era guadagnato con caparbietà e incessante lavoro.
Con la carica di presidente onorario della “Del Duca Ascoli”, non ha solo dato un nuovo inizio al calcio ascolano, ma ha regalato un sogno che da oltre vent’anni accompagna tante generazioni.
Ma Cino non è solo parte della nostra storia sportiva. E’ l’uomo che ha saputo scrivere la sua vita, l’ha saputa indirizzare guardando oltre gli ostacoli, oggettivi, che i suoi anni gli hanno posto duramente davanti.
E’ a quel suo desiderio di arrivare oltre la meta che dobbiamo ambire. E’ a quella sua capacità di rialzarsi che dobbiamo protendere.
La sua vita e il suo modo di concepirla, nonostante siano passati più di cent’anni dovrebbero essere prese come esempio e modello ideale per i nostri giovani, affinché non perdano fiducia nei propri sogni e nel futuro
Ognuno di noi ha un percorso di vita, questo è quello della società Ascoli Calcio rinnegarlo vuol dire voltare le spalle alla propria storia.
Questa è la storia.”
Ognuno di noi ha un percorso di vita, questo è quello della società Ascoli Calcio rinnegarlo vuol dire voltare le spalle alla propria storia.
Nella foto : da sx, Antonio Del Duca, Sergio Del Duca ( erede di Cino, ora deceduto) e Eraldo Vagnetti