Lo sapevate che molti dei campanili delle chiese più importanti di Ascoli, sono costruiti sulle basi di torri gentilizie preesistenti : compresa quella di Santa Maria Intervineas ? Oppure che nell’Ottocento, diverse chiese del centro storico cittadino, a cominciare da quella di San Filippo ( sull’odierna Piazza Simonetti ) furono distrutte per una furia urbanistica che doveva fare spazio ai nuovi edifici della modernità ? E che addirittura il Battistero, capolavoro romanico che mezzo mondo ci invidia, rischiò seriamente di essere spazzato via nello stesso periodo ? E questo sei secoli dopo che il grande imperatore Federico II di Svevia ( 1242) aveva già fatto la sua parte, conquistando Ascoli e demolendo le 90 torri che l’adornavano, torri che rappresentavano il simbolo del potere raggiunto dalle famiglie nobili locali ? Tutto questo è emerso ieri dal bel tour per le splendide chiese romaniche del capoluogo piceno, organizzato dall’associazione di guide turistiche “Marche V Regio “. Da S.Gregorio Magno, edificata nel 1250 sui resti di un tempio romano del I secolo A.C., e che conserva ancora alcuni affreschi bizantini, a Santa Maria Intervineas ( Tra le Vigne..), la spettacolare chiesa fortezza che domina dall’alto il fiume Tronto, di cui solo la magnifica navata centrale è originaria del XIII secolo. Si perchè il resto fu distrutto e poi ricostruito in stile dall’architetto Leporini negli anni 50 del Novecento, salvando e tramandando così ai posteri un patrimonio storico e architettonico inestimabile. Un edificio che all’interno poi, ospita ancora tesori unici come gli affreschi bizantini del 1290 che raffigurano il “biondo ” vescovo Sant ‘Emidio nelle sue vesti pregiate, la Vergine con il Bambino, la Maddalena e altre figure della tradizione cristiana, oltre al sontuoso tabernacolo situato proprio davanti alla porta d’accesso principale. Tutti i partecipanti al percorso guidato, sono rimasti colpiti da tanta bellezza e armonia, che ha fatto il paio con quelle poi scoperte nella monumentale Chiesa di Sant’Agostino , la cui edificazione cominciò nel 1230 e tra alterne vicende terminò solo nel 1549, e in quella di San Vincenzo e Anastasio . Il breve ma intenso viaggio tra i capolavori romanici di Ascoli, si è chiuso poi a Sant’Andrea Apostolo ( chiesa sconsacrata), sul Corso Mazzini con la visita ai suoi affreschi. E’ seguita una deliziosa degustazione-rinfresco a cura di Chez Toi, promossa dalla stessa Associazione Marche V Regio. Peccato solo che quasi tutti questi tesori storici e artistici della città, normalmente sono chiusi al pubblico. Alla domanda del perchè questo accadesse, nessuno ha saputo rispondere ..
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