Arquata del Tronto (Ap) 22 luglio.- Cna Picena e piccole e medie imprese del territorio ascolano incontrano il Ministro De Micheli e illustrano le criticità in tema di viabilità e infrastrutture. “Chiudere al più presto i cantieri aperti e avviare con altrettanta tempestività quelli che devono ancora partire”. Questo il messaggio chiaro che il direttore della Cna di Ascoli, Francesco Balloni, insieme al presidente Luigi Passaretti, hanno lanciato oggi ad Arquata al ministro dei Trasporti e delle infrastrutture a nome dell’Associazione e delle altre sigle datoriali . E, altrettanto importante, è stata la risposta della ministra De Micheli: “Il documento delle imprese Picene è nella mia lista delle priorità e prendo l’impegno di un costante monitoraggio affinché i tempi siano celeri”.
PEDAGGI. L’azzeramento dei pedaggi e la restituzione di quelli pagati, diciamo spesso “inutilmente” viste gli stop in coda per ore ed ore, è solo un segnale di attenzione verso gli operatori professionali del settore che stanno registrando ben altri danni (se si può definire danno la chiusura di un’impresa) per i propri bilanci e l’organizzazione operativa delle proprie imprese o meglio di quelle che stanno riuscendo a sopravvivere.
TERRITORIO IN SOFFERENZA. Qualche dato, come spunto per una riflessione anche politica sui destini del territorio e della comunità insediata: le nostre elaborazioni dati sul primo impatto della pandemia nel Piceno ci dicono che al primo aprile 2020, abbiamo meno 5,2 per cento di occupati fra i dipendenti e meno 18,4 per cento fra le altre categorie contrattuali. Sono meno 171 le imprese attive (fra nuove aperture e cessazioni) registrando anche in forte calo il lavoro per le donne.
A marzo 2020, rileva un’analisi della Cna Picena, le vendite al dettaglio hanno avuto un crollo (meno 21,3 per cento), per effetto della caduta del commercio di beni non alimentari (meno 36,5 per cento). Gli alimentari hanno registrato invece una sostanziale stabilità (meno 0,4 per cento). Solo il commercio elettronico ha segnato un aumento deciso (più 20,7 per cento). Contestualmente a questo calo, tutte le componenti dell’economia territoriale hanno ridotto il livello di lavoro: per l’agricoltura la flessione è contenuta a un meno 3,7 per cento mentre nei servizi arriva a meno 14,1 per cento con un calo del 30 per cento circa per le attività connesse al turismo (alloggio e ristorazione). Industria e costruzioni registrano dinamiche simili: meno 10,1 e meno 11,9 per cento, rispettivamente. Nel manifatturiero rallentano considerevolmente il tessile abbigliamento: meno 37,1 per cento.
Nelle difficoltà, emergono più nettamente, criticità, debolezze, fragilità come nel caso del lavoro delle donne. Se, infatti, sommando tutte le diverse tipologie contrattuali, il Piceno nel primo trimestre 2020 ha registrato un calo degli occupati pari all’8,4 per cento, fra le donne quelle che hanno perso o lasciato il lavoro sono il 12,4 per cento: quasi il 50 per cento in più rispetto agli uomini.