San Benedetto del T. (Ap).- Una villa della seconda metà dell’Ottocento donata al Comune di San Benedetto nei primi anni del Duemila e che ancora non “trova casa”. Decenni trascorsi tra progetti, concorsi, idee di rilancio ma a oggi poco o nulla è stato fatto per questo sito che rappresenta un gioiello della Riviera e non solo, visto che è risultato il più votato nel concorso “I luoghi del cuore” organizzato dal Fai ricevendo oltre 13mila voti. La speranza ora è riposta nei fondi per il sisma e il rischio è che, visto l’immobilismo del Comune, il lascito possa passare alla Chiesa.
La famiglia Cerboni la costruì con il parco nel 1870
Costruita intorno al 1870, nell’allora contrada Giardino, dalla famiglia Cerboni, la villa sorge a ridosso dell’ospedale Madonna del Soccorso e inizialmente si componeva di 13 stanze. La villa costituisce un tipico esempio di edilizia signorile ottocentesca del litorale ascolano e teramano e conserva soffitti affrescati con figure ornamentali risalenti al 1890.
Il 5 febbraio 2001 il Comune ha acquisito la villa con tutto quello che vi è dentro che secondo volontà testamentaria è da destinarsi ad attività culturali e sede museale, oltre il parco circostante di 11.600 metri quadrati, costituito da una gran varietà di essenze arboree, fondi rustici con case coloniche.
Il bando fallito
Sono trascorsi decenni, molte Amministrazioni si sono succedute ma la villa rimane ancora in attesa di un restyling e di un impiego. Nei mesi scorsi il Comune aveva partecipato a un bando per parchi e giardini storici che metteva a disposizione fondi del Pnrr da destinare al parco ma l’ente non è riuscito a posizionarsi tra i primi posti e anche questa occasione è sfumata.
«E’ intenzione dell’amministrazione – afferma l’assessore alla cultura Lina Lazzari – portare avanti la volontà del lascito e quindi procedere alla riqualificazione della villa e del parco, mantenendo la destinazione a museo da parte dell’edificio come da testamento».
In merito alla ristrutturazione sarebbero necessari 6milioni di euro, visto che a seguito dell’ultimo sisma si è registrato il crollo di una parte del tetto. Il parco attualmente viene impiegato dalla cooperativa sociale Anthropos che si occupa di disagio psichico. Dai banchi dell’opposizione i Verdi, con Paolo Canducci, intendono richiedere l’autorizzazione a un sopralluogo proprio per verificare la situazione del sito.
Il possibile passaggio alla Chiesa
Sul fronte del comitato di quartiere Sant’Antonio, in cui insiste la villa, il vice presidente Tony Alfonsi tuona: «Si tratta di un gioiello nel cuore della città e non può rimanere così abbandonato. E’ vero che 6milioni sono stati da reperire ma almeno riqualificare il parco per metterlo a disposizione dei sambenedettesi. Uno degli ultimi beni pubblici che ci rimane e che potrebbe essere un vero centro culturale in una città dove mancano i luoghi per gli eventi culturali».
A mettere in guardia sul futuro della villa è anche Gino Troli presidente del Circolo dei Sambenedettesi il quale avverte: «Se l’immobile continua a rimanere senza una riqualificazione e un impiego, ci sarebbe il rischio di un passaggio alla Chiesa, quindi bisogna intervenire e subito». L’ultima spiaggia sarebbe quella di far rientrare l’intervento nell’operazione di ricostruzione post sisma, ma la strada appare ancora lunga.
Alessandra Clementi