Pesaro.- “Pergola incontrò la grande storia nel 1848, l’anno delle rivoluzioni, quello dell’esplosione del desiderio romantico di libertà e di indipendenza nazionale”.
Così Graziano Ilari apre il racconto sulla storia di Pergola, piccolo comune nel cuore delle Marche, in provincia di Pesaro Urbino. Se non fosse però per il gruppo di bronzi dorati, unico esemplare al mondo di epoca romana e grande orgoglio pergolese del quale ci racconta brevemente nel volume Armando Roia, forse pochissimi avrebbero sentito nominare questo magnifico luogo.
Il comune marchigiano tuttavia porta avanti da diversi secoli una tradizione importante, quella vitivinicola: vite e vino a Pergola pervadono infatti sin dall’antichità simboli laici e religiosi, dallo stemma comunale con tralci di vite e grappoli d’uva che sormontano tre colli, alla statua del patrono che ospita anch’essa tralci e uva.
Parte quindi esattamente qui da questa antica tradizione, la scelta della casa editrice Kellerman di dedicare il terzo volume della collana Grado Babo al pergola, un vitigno autoctono di vernaccia rossa a base aleatico che, con la benedizione del giornalista enogastronomico Luigi Veronelli, nel 1973 fece il suo ingresso ufficiale nel mercato con il nome di Vernaccia di Pergola.
Francesco Tonelli, produttore orgoglioso del pregiato nettare, con questo volume ci porta con sé in un viaggio alla scoperta di tutte le fasi di produzione e le peculiarità di questo vitigno, che ha ottenuto la DOC solo negli anni recenti, precisamente con decreto dell’11 luglio 2005.
La collana Grado Babo accompagna il lettore in un viaggio nella storia e nei sensi. Ogni titolo racconta un vino protagonista, un vino che è passato attraverso guerre, invasioni, conquiste, scambi commerciali, un vino che ha fatto la storia. Scorrendo le pagine si ha modo di riscoprire la geografia delle vigne e di apprendere le caratteristiche agronomiche dei diversi vitigni.
Nella foto: Francesco Tonelli