Macerata 8 febbraio.- Visso prova a guardare con fiducia al futuro, dopo le distruzioni del terremoto del 2016. E lo fa con il progetto della nuova scuola del paese. Il rendering dell’edificio che ospiterà sia l’Istituto Capuzi – con le aule per la Materna e l’Asilo – che la sede municipale, è stato pubblicato dal sindaco Giuliano Pazzagliani. “Il nuovo complesso sarà bello, funzionale, sicuro ma vedrà anche evidenti richiami architettonici alla vecchia scuola monumentale. Crediamo che questo sia giusto e opportuno. Con la nuova scuola compiremo un altro passo verso la ricostruzione.”
Visso, 1100 abitanti prima del terremoto dell’ottobre 2016, era uno dei borghi montani più belli d’Italia. Purtroppo le scosse hanno distrutto o fortemente lesionato gran parte del centro storico del paese, rendendo inagibili l’80% delle case e dei palazzi. Successivamente, in diverse aree del territorio comunale sono state installate 228 “Sae” (Soluzioni abitative di emergenza) per le famiglie degli sfollati. La sfortuna e anche forse l’incompetenza di alcuni operatori, ha voluto che 50 di queste “casette” nel 2018 siano state infestate dalle muffe, costringendo gli assegnatari ad abbandonarle.
Il sindaco Pazzaglini poi, che da primo cittadino è stato sempre e giustamente critico verso le lentezze burocratiche e istituzionali con cui si procedeva nella rimozione delle macerie e nella soluzione dei problemi dei terremotati – cittadini e imprese – poi nel marzo 2018 è divenuto Senatore della Repubblica, eletto nelle fila della Lega. E anche lui, nelle settimane scorse è incappato nell’inchiesta della Procura di Macerata per la vicenda della donazione di 12 mila euro fatta da un gruppo di motociclisti allo stesso sindaco, finalizzata alla costruzione di box in legno per i commercianti vissani, in grado di far ripartire la loro attività. Le strutture sono state realizzate, nel giro di un anno, ma Pazzaglini è rimasto indagato per peculato perchè secondo gli inquirenti, non avrebbe fornito la documentazione di queste spese. E lui, così come testimoniato al nostro giornale dagli stessi donatori, si è sempre difeso dicendo che quei denari gli erano stati consegnati come fiduciario degli stessi operatori economici del paese, proprio per velocizzare le procedure e non erano destinati al Comune. Fattostà che al sindaco è stato sequestrato il conto corrente per un valore pari alla cifra contestata. Proprio ieri, i suoi legali – che hanno ripetuto che non c’è alcun reato, e che presto tutto sarà chiarito – hanno chiesto il dissequestro del conto.